Siamo noi, quelli che vedremo i genitori, i nonni, i nipotini, i fratelli lontani o appena distanti soltanto dietro uno schermo. Quelli che avremmo potuto ma abbiamo preferito evitare, quelli che hanno rinunciato oggi a ciò che potremmo fare domani, quel domani che non è, e non sarà mai oggi giorno di Natale dell'anno 2020  oppure la mezzanotte tra l'ultimo giorno dell'anno 2020 ed il primo giorno dell'anno 2021. Ci siamo illusi, abbiamo sperato fino all’ultimo. Festeggiamo feste surreali, regaleremmo doni ai nostri cari non con le nostre mani, bensì con quelle di un portapacchi qualsiasi, e pure con chissà quanti giorni d'anticipo, esprimeremo nuovi desideri sotto l’albero della solitudine. Praticheremo l’arte dell’accontentarsi, e persino l'arte di dirci la bugia più grande, quella che con certezza saremo qui il prossimo Natale e la prossima mezzanotte che ci trasporterà da un anno all'altro, in quei due  domani di cui nessuno di noi mortali ha la certezza...

Buon Natale, amico mio: non avere paura. La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese. E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte. Non avere paura, amico mio. Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi. Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te. Mons. don Tonino Bello