GENOVA 14 agosto 2018
Lettera a Marta dal Suo Papà #Genova “Mi avevi pregato tanto per andare in Sardegna col tuo fidanzato. Ti avevo detto che, fosse stato per me, non ci saresti andata. Però poi ho visto il tuo sorriso mentre programmavi i tuoi itinerari di viaggio, le escursioni, le giornate al mare. Ti ho detto di sí. Dovevi tornare a casa e raccontarmi come fosse stato. Dovevi dirmi che quel ragazzo ti aveva chiesto di sposarlo sulle note di quella canzone che cantavi sempre sotto la doccia, quella che hai messo anche oggi, prima di uscire. Prima di dirmi che mi volevi bene, stringendomi in un abbraccio. Tu con la tua testa sulla mia spalla e io con le mie mani ad accarezzarti quei capelli che non pettinavi mai. “Papà sono ricci.” E non era vero che “ogni riccio, un capriccio”. Per ogni tuo riccio si scatenavano dieci tempeste. Però eri buona. Eri tanto buona. Eri tua madre, senza la sua paura di vivere, con tanta voglia di guardare le cose belle del mondo. Ti ho dato un bacio sulla