NOI
La vita non smette mai di creare appuntamenti senza che noi
li abbiamo cercati. Così è capitato a me una sera di primavera del 2004.
Ascoltavo una canzone di Morandi, “l’amore ci cambia la vita” e proprio sulle
prime note, incontro per la prima volta lei. E’ lei che si presenta a me, mai
conosciuta prima di allora, proprio mai. Un incontro che insinua dentro me, il
così detto chiodo fisso, incontrarla ancora un’altra volta, per vedere e
sentire se fa lo stesso l’effetto della prima volta. Per ripeter ciò, mi devo
dare da fare, non conosco neppure il numero del suo telefono. Mi adopero, con
solerzia, per centrare questo primo e vitale obiettivo. Dopo un po’ di
ricerche, neppur affannose, ecco il suo numero, sono pronto a chiamare, ho una
voglia matta di farlo, mi attacco al telefonino, chiamo. Nessuna risposta,
neppure la voce della segreteria telefonica. Non rinuncio, voglio parlarle,
chiedere, ascoltare, conoscerla meglio, insomma fissare un appuntamento più
privato, più intimo, più da occhi negli occhi. Sento che ho bisogno di lei,
devo richiamare anche all’infinito, oppure andrò a trovarla all’indirizzo
riportato sull’elenco telefonico, sperando sia quello ultimo. Provo a chiamarla
alle 8,30 del mattino, è un orario che posso trovarla, forse la disturberò mentre
fa colazione oppure è meglio che provi nelle prime ore di lavoro, oppure nelle
ore dei pasti, chissà. Prendo tra le mani il telefonino, quasi come a prendere
le mani delicate di lei, compongo il numero, la suoneria parte, suona, suona,
suona. Poi una voce di donna, che percepisco forzatamente gentile, mi saluta,
rispondo al saluto, resto un po’ sulle mie perché non è una voce rassicurante
ed emozionante. Però comincio a parlare, soprattutto di me, di quello che mi è
capitato nell’averla incontrata due sere fa. Le dico che è stato come un tuffo
al cuore, un lampo e un fulmine insieme. Lei mi fa parlare, poi mi dice che non
è come io avevo immaginato, persino sognato e fantasticato. Mi dice che è tutta
un’altra cosa, lei è poco o per nulla
sognante, è tutto maledettamente materiale, da far passare ogni voglia di fantasticare
al presente ed al futuro. Niente che possa farmi alzare in volo, proprio
niente. Infine, sul mio desiderio di incontrarla, risponde che farei bene a
restare dove sono, eliminando ogni mio pensiero velleitario, la realtà,
continua, impone proprio di restare lontano da lei. E’ stata una bellezza solo
vagheggiata, quella che a volte, muore sul nascere. Insomma, proprio come capita a un lampo strozzato a cui non segue il
tuono, ad un fuoco d’artificio che non spicca il volo dai mortai, muore
sul posto assieme al fantasticare della gente con gli occhi già rivolti al
cielo buio.
Ma io, che sono testardo nato, sono pure del toro, non mi
rassegno, dentro me vive già il cammino del corteggiamento da cui dovrò
ricevere una risposta, anche se potrà essere amara. La perseveranza, poche sere
dopo, mi porta a trovare il cielo, è lì, in una stanza, che seppur piccina, è
ricca di sorrisi, quelli dati dai gesti, dalle parole, dalle strette di mani,
dagli abbracci, dai prossimi appuntamenti. In quei momenti si concretizzava quello che io chiamo, l’appuntamento senza
appuntamento. Ci prendiamo sottobraccio e iniziamo la nostra lunga passeggiata
nella vita, tra strade di mare e di collina,
con le pennellate dell’alba e del tramonto di mare e di collina, con le
canzoni cantate un po’ a modo mio, con i travestimenti, dal sapore goliardico,
tutto per far sorridere lei. Questo appuntamento non ha solo l’unicità di quel
primo incontro, ha pure l’evolversi in meglio, attraverso il calore, i colori,
la musica e l’amore per i girasoli, per le coccinelle, soprattutto per una
passione senza fine. La passione del volontariato per Sua Maestà, Lei, la signora Demineralizzante.
L'APPUNTAMENTO
Mi piace pensare
a queste ore passate
le sento già
nei ricordi
del per sempre
sono una parte
misteriosa degli uomini
per gli uomini
l'appuntamento
senza appuntamento
come fa il cielo
con la notte
con il giorno
come hanno
fatto
le ore della vita con noi
le ore della vita con noi